
MOSTRA “LE VIE D’ACQUA A MEDIOLANUM”. MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO -MILANO

Questa mostra nasce dalla collaborazione tra il Museo Archeologico Civico , la Soprintendenza Archeologia Belle Arti di Milano e il supporto scientifico Dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell’Arte dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. L’ antica Mediolanum, ancora più della moderna Milano, ha avuto un rapporto strettissimo con le acque di tanti fiumi, canali, marcite che attraversano il suo territorio . Questo stretto rapporto che ha modellato la città e ne ha influenzato il destino, viene ripercorso come filo conduttore della mostra e diventa anche l’ occasione per mostrare i più recenti reperti archeologici emersi dagli scavi urbani.


L’esposizione, che comprende oltre 300 reperti in gran parte inediti, rappresentati da oggetti d’uso quotidiano e di pregio, quali sculture, gioielli, affreschi, è accompagnata da un ricco apparato grafico e fotografico, che illustra le progressive trasformazioni della città condotte parallelamente a continue opere volte all’amministrazione delle risorse idriche.
Il percorso intende quindi collegare la città antica e la metropoli moderna, evidenziando come l’accorta gestione delle risorse idriche e il loro sfruttamento per le attività produttive e i commerci abbiano accompagnato e determinato lo sviluppo di Milano dalle sue origini (V secolo a.C.) sino ad oggi.
La mostra, arricchita anche dal contributo di MM Spa riguardo la gestione dell’acqua oggi, è accompagnata da un catalogo edito da Nomos edizioni, grazie al finanziamento di UNIC-Lineapelle.
La mostra segue un itinerario temporale che va dalle prime tracce dell’utilizzo dell’acqua fino alla fine dell’era imperiale, quando Milano venne scelta come capitale dell’Impero Romano e la città subì una profonda trasformazione con la costruzione di grandiosi edifici pubblici, quali il Circo, il Palazzo imperiale , gli Horrea , le Terme Erculee, e con una espansione delle mura cittadine e del fossato ad esse adiacente.
SEZIONE I – ACQUA E PRIME FASI URBANISTICHE DELLA CITTÀ

Ceramica
IV-Ill sec ac
Milano, area dell’anfiteatro romano (via De Amicis/via Arena) SABAP Milano, St. 20.883 20.927 +20.941 St 203149, St. 20.586, St. 20.033 20.940
Durante le indagini effettuato nell’area dell’anfiteatro nel 2019-2020 è stata individuata una buca ricolma di frammenti ceramici, che consentono di ricostruire quasi interamente numerose forme. Si tratta soprattutto di vasi per la preparazione e il consumo di pietanze e bevande databili tra la fine del V e il II secolo a.C. Tali materiali sono forse da riferire ad offerte di tipo alimentare e a banchetti praticati presso un luogo di culto di epoca pre-romana situato nell’area e deposti nella buco nel momento in cul la zona fu adibita od altre funzioni.

Partendo dalle prime fasi di vita della città di Milano viene illustrato il ruolo dell’acqua nella configurazione del primo abitato e la successiva costruzione del primo circuito murario, difeso da un fossato alimentato da corsi d’acqua appositamente deviati.
Il rinvenimento nella zona compresa tra via Santa Croce e via Calatafimi – a breve distanza dalla “cerchia interna” – di un corso d’acqua trasformato dall’intervento umano, oltre a rivestire notevole importanza per la ricostruzione delle vie d’acqua in epoca romana, ha consentito il recupero di un’imponente quantità di reperti di diversa natura presentati per la prima volta al pubblico nel percorso espositivo. Essi attestano non soltanto la presenza di attività legate all’acqua, ma restituiscono anche innumerevoli testimonianze della vita quotidiana, talvolta agiata, degli abitanti di Mediolanum, che avevano facile accesso a merci di importazione e svolgevano attività redditizie, come ostentano alcuni monumenti funerari appartenute a commercianti della città nei primi secoli.



Terra sigillata gallica
Primi decenni del il secolo d.c.
Pioltello, Cascina Gabbadera
SABAP Minc, St. 160307
olletta decorata con un motivo vegetale realizzato incavando la superficie del vaso quando forgia è ancora tresca (tecnica definita excisione). te “terre sigillate” provenienti dal comprensorio nord-orientale della Gallia potevano giungere in Cisalpina sfruttando perconsi viari che facevano capo a Mediolanum, da cui si diramavano le strada dirette alle principali città della Padania.

Primi decenni del secolo d.c
Miana via Moneta
Calice decorato a matrice con una scena di vendemmia di satir, in terra sigillata, ceramica fine da mensa rivestita da uno strato di argilla finissima che otteneva un colore rosso brillante in cottur Si tratta di un prodotto importato come si deduce dal bollo (marchio di fabbrica) M. PERE BAR in due cartigli separati riferibili all’atelier di M. Perennius Bargathes localizzato ad Arezzo, tra i principali luoghi di produzione di terra sigillata in Italia







SEZIONE II – L’ ACQUA UNA RISORSA DA GESTIRE : LA REGIMAZIONE.



L’accurata gestione dell’acqua da parte dell’amministrazione romana si traduceva sia in opere monumentali, come gli acquedotti (di cui Milano, proprio per la sua ricchezza idrica, non ebbe mai bisogno, ma ricordate da numerose emissioni monetali appartenenti alla collezione del Civico Medagliere), sia in un virtuoso sistema di canalizzazioni – dal fossato intorno alle mura a più contenuti canali di scolo ai lati delle strade – di cui sono state registrate molte evidenze.
Ampiamente diffusi a Mediolanum erano i pozzi per attingere l’acqua di falda, presenti all’interno di ogni abitazione privata.


Un documento straordinario esposto in mostra è una porzione di pompa idraulica in legno e piombo, eccezionalmente recuperata dal fondo di un pozzo romano, il cui sistema di funzionamento rappresenta una testimonianza dell’alto livello raggiunto nella tecnologia idraulica dai Romani. Le loro avanzate competenze tecniche sono altresì attestate dai diversi sistemi adottati per consolidare i terreni umidi e fortemente imbibiti, caratteristici di molte aree del centro di Milano, rendendoli adatti anche a sostenere edifici monumentali.


SEZIONE III- ACQUA ED ATTIVITÀ PRODUTTIVA A MEDIOLANUM






L’abbondanza di acqua giocò inoltre un ruolo fondamentale per lo sviluppo in città di attività artigianali per tutta l’età romana. Accanto alla produzione ceramica è la lavorazione dei metalli, dei tessuti e delle pelli a dare lustro ai Milanesi: eccezionale è il rinvenimento di un vero e proprio distretto conciario emerso in piazza Meda durante le attività di scavo archeologico preliminare alla realizzazione di un parcheggio (una ricostruzione virtuale inserita nel percorso ricostruisce la fisionomia di questo impianto). Un dato che conferma il ruolo di Milano come centro manifatturiero di rilievo, ruolo mantenuto lungo tutta la sua storia.






SEZIONE IV -L ‘ ACQUA NELLA MEDIOLANUM TARDO IMPERIALE.




Tra gli edifici monumentali antichi connessi all’uso e alla celebrazione delle virtù benefiche dell’acqua spiccava il grandioso complesso delle Terme Erculee, riccamente ornate con marmi policromi di varia provenienza e costruite per volere dell’imperatore Massimiano nel momento in cui Milano, alla fine del III secolo d.C., viene scelta come residenza imperiale. La presentazione di questo imponente complesso, al quale in origine appartenevano il colossale Torso di Ercole e un mosaico pavimentale già parte del percorso permanente di visita del museo, è integrata con l’esposizione di ulteriori materiali ed è accompagnata da un breve video che propone una ricostruzione virtuale dell’ambiente del tepidarium, appositamente realizzata per questa mostra.
SEZIONE V – L’ACQUA NEI CONTESTI ABITATIVI.



Oltre che in ambito pubblico, nel mondo romano l’acqua ricopriva ovviamente un ruolo centrale anche all’interno delle abitazioni private, sia per scopi strettamente funzionali e di servizio che, nel caso delle residenze di maggior prestigio, per finalità di carattere ludico-ricreativo e ornamentale.
I giardini delle domus appartenenti a famiglie facoltose erano spesso arricchiti da fontane, vasche, sculture e altri arredi marmorei utili a godere dei piaceri dell’acqua, a impreziosire gli ambienti e a esibire il lusso privato.
SEZIONE VI LA SACRALITÀ DELL’ACQUA
La funzione dell’acqua come strumento di purificazione diffusa nel mondo pagano e successivamente ereditata dalla Cristianità determinò il suo largo impiego nei rituali, compresi quelli funerari. La presenza di corsi d’acqua in prossimità di molte necropoli milanesi risponde probabilmente a necessità di diverso tipo, dalla volontà di delimitare le aree funerarie a quella di disporre di acqua corrente per i rituali della morte. In questa sezione sono esposti alcuni corredi funerari recuperati dalle necropoli che circondavano la città








SEZIONE VII – L ‘ACQUA DOPO MEDIOLANUM
Il percorso si conclude con una linea del tempo che evidenzia, attraverso la riproduzione di importanti fonti documentarie (planimetrie, disegni, quadri, fotografie), la progressiva trasformazione della rete idrografica cittadina, dallo sviluppo dei canali navigabili – che per secoli sono stati parte integrante del paesaggio di Milano – fino alla loro scomparsa.
Oggi l’acqua continua a scorrere abbondante nel sottosuolo della città e, oltre a soddisfare le esigenze di suoi abitanti, grazie agli impianti di depurazione continua ad alimentare le campagne a sud del centro urbano.
Il catalogo della mostra è edito da Nomos editore.
Nota personale:
La mostra è molto interessante e propone tanti piccoli reperti inediti . Tuttavia , a mio parere , la parte relativa alla sacralità dell’acqua è deficitaria per quanto riguarda la centralità del battesimo nel Cristianesimo che sarà motore centrale della tarda romanità . Inutile ricordare qui l’importanza della figura di Sant’Ambrogio. Aggiungo qui un link personale alla relativo proprio alle fonti battesimali di Milano: