LE CAVIGLIERE DEI CELTI INSUBRI.

GLI ANELLI DA CAVIGLIA O CAVIGLIERE SONO UN ORNAMENTO TIPICAMENTE FEMMINILE  DIFFUSO NEL TERRITORIO INSUBRE E IN QUELLO CELTICO TRANSALPINO SOPRATTUTTO CENTRO-ORIENTALE.

In primo piano cavigliere insubri-Castello Sforzesco Milano  Museo Archeologico  III sec a.C
Cavigliere Insubri -a sinistra-del museo archeologico di Milano – Castello Sforzesco
Le cavigliere del museo archeologico esposte alla mostra ” le vie dell’ acqua di Mediolanum”

Tra numerosi materiali di ornamento   tipici della cultura insubre e non solo , una categoria di ornamenti personali si distingue per qualità e quantità: si tratta delle cosiddette “CAVIGLIERE AD OVOLI”. I contesti confermano che questi elementi, la cui popolarità raggiunge l’apice nel mondo celtico  nel III secolo d.C., erano di esclusivo appannaggio femminile.

A sinistra cavigliere Insubri . Museo A.Levi Milano
Cavigliere ad ovuli Insubri dal museo di Arona

sopra: cavigliera lateniana -Museo Civico di Lodi

La diffusione disomogenea nel territori gallici fa presumere l’adozione selettiva di anelli da caviglia nel costume femminile solo da parte di alcune tribù, stanziate a macchia di leopardo” nelle aree della Moravia e delle limitrofe regioni dell’Europa centro- orientale, nella Champagne francese e, in Italia settentrionale, nel comprensorio Insubre, tra Sesia e Oglio.

Cavigliera ad ovuli dal territorio Orobico III sec a.C.-museo archeologico Bergano

Per lo studio del dettagli costruttivi e dei modi di indossare le cavigliere, talvolta abbinate anche ad analoghi bracciali sempre portati in coppia, la necropoli di Dormelletto, scavata e indagata con grande puntualità scientifica, è di grande importanza, poiché, a eccezione di essa, tutti gli anelli ad ovoli noti dal territorio insubre sono di provenienza sporadica o da collezione, e non se ne conoscono le precise circostanze di rinvenimento.

Cavigliere ad ovuli dal territorio elvetico. Da catalogo I Celti Bombiani

I resti di materia organica trovati aderenti ad alcuni esemplari di Dormelletto hanno permesso di ricostruire che gli anelli, muniti di un sistema di apertura a cerniera, venivano fissati anche con l’ausilio di cordicelle di lana e servivano a stringere calzari che si sviluppavano ad avvolgere la caviglia, assolvendo a una duplice funzione pratica e ornamentale.

Al centro donna insubre- museo archeologico di Lecco
Donne celtiche dal gruppo storico ” Insubria Gaesata”
Cavigliera ad ovuli in bronzo provenienza insubre III sec a.C. area milanese.

LINK:

lL COSTUME DEGLI ANELLI DA CAVIGLIA AD OVOLI CAVI IN ETÀ LATENIANA.

Rielaborazione da articolo originale di NICOLA BIANCA FABRY

Il mondo celtico è stato sempre attratto dai gioielli e dai monili.

L ‘uso degli anelli in coppia sul braccio o sulle caviglie caratterizza la parure femminile ha una origine antica nel mondo celtico Mentre altri tipi di gioielli quali il torquis (collare), l’armilla, il bracciale omerale e l’anello digitale rientrano anche nella sfera maschile, l’utilizzo di cavigliere appare invece solo esclusivamente nel mondo femminile.

Le cavigliere seguono una propria vera evoluzione tipologica un po’ come avviene per tutti gli oggetti di moda .

Nella fase piú antica LT B2 si riscontra l’introduzione di un tipo a serie di piccoli ovoli cavi (da 14 a 18 ovoli). La progressiva evoluzione tipologica   è dimostrato da forme intermedie ibride, articolate da costolature massicce, con ovoli cavi( es c tomba 5 di Kuřim in Moravia e alcuni dell’Alta Baviera pubblicati da W. Krimer.)

Anelli da caviglia da Klettham -Baviera III sec a.C

Lo studioso R.Gephart , basandosi su reperti centroeuropei (provenienti da Moravia Boemia Baviera meridionale e Svizzera ) riconosce come  indicatore cronologico proprio la  riduzione del numero degli ovuli cavi.

Le cavigliere  con più di 10 ovoli compaiono nella fase LT B2a.

Quelli con meno di 10 caratterizzano la fase LT B2b/ C la

I tipi con meno di 5 e quelli con 3 o 4 ovoll ipertrofici- detti forme tarde – sono presenti nel LT C1. 

Tale fenomeno è presente anche sulle armille .Va specificato che sul numero degli ovoli cavi influisce anche la destinazione per cui un’armilla può presentare un numero minore di ovali rispetto a quelli presenti sulle cavigliere dello stesso contesto funerario.

Anelli da caviglia/cavigliere Insubri da Milano Bettola III sec a.C. Milano Civiche raccolte Archeologiche castello Sforzesco .foto  da I Celti – Bompiani

La diffusione di questa moda nel mondo celtico ha probabilmente seguito due modalità.

Nel primo caso si assiste ad una moda importata senza l’arrivo di nuovi gruppi etnici. .

Nel secondo caso, si tratta della diffusione del costume attraverso  migrazioni ed immigrazioni la mobilità degli individui. Nell’Italia del nord o nel caso emblematico del La Champagne studiato da V. Kruta, non si assiste soltanto all’arrivo di una nuova forma ornamentale ad anelli, ma prima di tutto ad un nuovo costume-l’utilizzo di anelli in coppia sulle caviglie che segnala i movimenti o la migrazione di gruppi allogeni.

Per quanto riguarda l’area italiana, gli anelli da caviglia ad ovoli cavi  si possono dividere in

A) tipi d’importazione transalpina , con una particolare concentrazione a Marzabotto( che evidenzia legami con l’area boema-morava attorno alla metà del III secolo a.C).

B) tipo ibrido (s  stipe Baratella ad Este) che nella distribuzione e decorazione plastica degli ovoli mostra elementi  padani ad elementi transalpini

C) forme locali, distribuite prevalentemente nell’area transpadana occidentale, riferibile  ai Galli  Insubri. I due tipi (“Bettola” e “Lodi Vecchio”). rispetto agli esemplari transalpini, presentano la particolarità di utilizzare una notevole quantità di metallo e inoltre ovoli allungati e un “doppio ovolo”, normalmente diviso da due solcature verticali.

Questa tipologia “insubre” che non corrisponde alla sequenza evolutiva transalpina , conta 12 ovali nonostante faccia parte di contesti del LT C l

Nella necropoli di Dormelletto sembrerebbe possibile che l’utlizzo degli anelli da caviglia rifletta caratteri  regionali.  Le diversità di forma potrebbero essere espressione di una ulteriore articolazione sociale o locale  .

Purtroppo, eccetto necropoli di Dormelletto  e  ritrovamenti sporadici, in Padania non sono documentati altri complessi funerari utili per un confronto preciso  ad ampio raggio.

Gli anelli da caviglia ad ovoli cavi del tipo insubre  hanno comunque  similitudini  in terre lontane: nell’area del Medio Reno / Mosella, Paesi Bassi, dove, ad esempio, nella tomba isolata di Koningsbosch, datata alla seconda metà del III secolo a.C., la coppia di anelli da caviglia presenta forma allungata e un maggior numero di ovoli cavi.

Cavigliere INSUBRI presso il museo di Lodi Vecchio.

Articolo originale:

https://www.academia.edu/resource/work/2185618

Altri Links :

https://www.academia.edu/resource/work/29925609

https://www.academia.edu/resource/work/7212191

ANELLI DA CAVIGLIA DEI  GALLI BOI  articolo di Heidi Geschwind

Cavigliere dei Boi diffusione in Cispadana e centroeuropa

Cavigliere a Marzabotto: Marzabotto (prov. Bologna/I) è uno dei siti archeologici più importanti per la ricerca sulla mobilità delle donne celtiche. Dal 19° secolo sono stati trovati e studiati sei ‘Hohlbuckelringe’ (cavigliere con emisferi cavi/anelli nodosi) non decorati. Questo tipo di gioielleria nasce nel medio periodo di La Tène nell’Europa centrale, dove alcune varianti si svilupparono in diverse regioni. Per gli studi sulle cavigliere di Marzabotto si può ipotizzare un’influenza celtica in LT B2 in Emilia -Romagna, che ha le sue origini nell’area della Slovacchia, Ungheria e Repubblica Ceca. Per la prima volta a Marzabotto, i gioielli da donna La Tène sono al centro del dibattito sulla provenienza.

Articolo qui sotto:

Heidi_Geschwind_78-97.pdf

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ANELLI DA CAVIGLIA FINO AI CONFINI DELLA POLONIA

Montagna sacra di Wroczen  a Pakoszowka nel sud est della Polonia . Qui gli archeologi hanno scoperto depositi votivi del III-II sec.a.C  costituiti da vari oggetti  tra cui le cavigliere ad ovuli cavi tipici delle parures della cultura di La Tene ( da archeologia Viva n 218 marzo 2023)
Riva del Tisza(Ungheria), affluente del Danubio, scavi della necropoli di Sajopetri risalente alla prima migrazione celtica (prima metà III sec. a.C.): tomba a
inumazione con cranio dislocato sul lato destro del corpo, accanto a costate di porco offerte al defunto e (sotto) sepoltura femminile con corredo ceramico ai piedi, due anelli da caviglia a ovoli e un braccialetto traforato con decorazione a traforo e a pastiglie (foto da archeologiaViva)

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L’APPARTENENZA ETINCA DEI CELTI CISALPINI ATTRAVERSO I GIOIELLI

https://wordpress.com/post/archeologiagalliacisalpina.wordpress.com/2520

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