UN EMPORIO LIGURE TRA CELTI ED ETRUSCHI

Villa del Foro è un caso-studio esemplare per quanto concerne gli insediamenti a carattere artigianale dell’epoca protostorica del Piemonte meridionale. Il sito si estende per una superficie di circa 60.000 m2. Le indagini archeologiche si sono articolate in prospezioni di superficie e campagne di scavo (1985-1993; 2007-2008), finalizzate anche all’adozione di misure di tutela.
Gli scavi hanno confermato il carattere artigianale dell’insediamento, legato in particolare alla produzione di vasellame in ceramica, alla fabbricazione di piccoli oggetti di ornamento e di abbigliamento in bronzo e alla filatura. Dall’analisi dei reperti è apparsa evidente l’interazione tra competenze tecniche e catene operative diverse e caratteristiche di regioni geograficamente e culturalmente differenti.

Si è tenuta il 1 aprile 2022  presso la Sala Conferenze di Palazzo del Monferrato ad Alessandria , la presentazione del volume “Villa del Foro. Un emporio ligure tra Etruschi e Celti” a cura di Marica Venturino e Marina Giaretti.

Insieme al Sindaco della Città di Alessandria, Gianfranco Cuttica di Revigliasco, e al Presidente della Camera di Commercio di Alessandria-Asti, Gian Paolo Coscia, sono intervenuti l’arch. Lisa Accurti, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo e il prof. Giuseppe Sassatelli, Professore Emerito di Etruscologia e Archeologia Italica dell’Università degli Studi di Bologna.

La pubblicazione di un volume monografico con illustrazione dei risultati degli scavi archeologici effettuati nell’abitato protostorico, nel quadro delle più ampie conoscenze acquisite negli ultimi venti anni sul popolamento antico dell’Alessandrino, era inserita nel progetto finanziato dalla Regione Piemonte: “Dagli Etruschi a Baudolino” e rappresenta il punto di arrivo di un percorso condiviso tra Amministrazione comunale e Soprintendenza.

Il volume raccoglie una serie articolata di contributi che illustrano in dettaglio le indagini archeologiche, i reperti e le analisi condotte su diverse classi di materiali di un centro artigianale e commerciale della media età del Ferro (VI-V secolo a.C.): un emporio fluviale che sfruttava la confluenza del Belbo nel Tanaro, ubicato a non molta distanza dall’area dove poi in età romana sorgerà il municipium romano di Forum Fulvii.

“Molti sono gli elementi che rendono il volume un’opera di particolare pregio – sostiene il Sindaco, Gianfranco Cuttica di Revigliasco -. Desidero innanzitutto esprimere un sincero plauso nei confronti delle due curatrici – Marica Venturino e Marina Giaretti – e, al contempo, della Soprintendenza di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo che, insieme alla nostra Amministrazione, hanno inteso promuovere questo lavoro.

Si tratta in realtà del poderoso quanto affascinante risultato – o, se si preferisce, di una interessante sommatoria di risultati, raccolta in una prospettiva analitica di sintesi veramente coordinata – relativo ad una serie di approfondimenti “sul campo” (ma non solo) che hanno segnato di fatto mezzo secolo di storia delle ricerche su Villa del Foro e sulle sue straordinarie peculiarità archeologiche.

Non vi è dubbio che, in merito all’abitato di Villa del Foro, la presentazione di questa opera testimonia in modo palese la necessità di rilanciare un attento ragionamento di valorizzazione complessiva dell’area: un contesto di grande interesse per le prospettive di ricerca storica e archeologica che vennero avviate anni orsono e che, dopo una lunga quanto “sorprendente” interruzione, oggi siamo tutti chiamati a riprendere per ampliare la conoscenza e la consapevolezza della nostra Comunità locale sia per ciò che riguarda il proprio passato, sia per le opportunità di sviluppo culturale, turistico, paesaggistico, per il presente e per gli anni futuri”.

Secondo il Soprintendente, arch. Lisa Accurti, “la pubblicazione del volume è l’ideale completamento di un percorso ormai quarantennale di tutela, ma anche di ricerca, sviluppato sotto la guida di Marica Venturino – già funzionario archeologo della Soprintendenza – che insieme a Marina Giaretti ha curato il volume.

Tutelare il patrimonio culturale significa in primo luogo conoscerlo e comprenderlo, acquisendo piena consapevolezza del suo irripetibile significato di testimonianza: ciò è tanto più vero per il patrimonio archeologico il cui valore, più che nei singoli manufatti, risiede nel loro insieme e nel “contesto” da cui provengono.

Come questo libro dimostra, solo attraverso uno studio attento e sistematico che sa però essere sagace, quella testimonianza può essere davvero compresa e quindi narrata in modo veritiero e democratico”. da telecitynews24.it

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