BREVE SINTESI FOTOGRAFICA WORK IN PROGRESS

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Museo Archeologico al Teatro romano di Verona
Da regione Veneto cultura itinerari
Fondato nella prima metà del XIX secolo il Museo Archeologico custodisce un notevole numero di materiali vitrei in parte confluiti grazie all’acquisizione di alcune raccolte private e, naturalmente, da interventi di scavo.
1842 – Collezione Verità; 46 reperti;
1867 – Collezione Jacopo Muselli;
1896 – Collezione Carlo Alessandri; 36 reperti;
1912 – Collezione Monga; materiali recuperati negli scavi effettuati nel teatro tra il 1834 ed il 1844;
1920 – Collezione Giuliari Gianfilippi; materiali da Mezzariva di Bardolino
Gli esemplari che provengono da interventi di scavo sono stati rinvenuti nell’area cittadina o nel territorio veronese.
Alcuni vetri provengono dall’area cittadina, dove sono state rinvenute aree sepolcrali disposte lungo le antiche vie romane come la Postumia (Stradone Porta Palio e aree adiacenti) e la Claudia Augusta (Via del Pontiere). Altri ritrovamenti vitrei di rilievo da contesti urbani sono quelli effettuati in Via Trezza dove sono state rinvenute, in momenti diversi, la tomba di un medico e di sua moglie ed alcune urne cilindriche in pietra contenenti olle cinerarie vitree.
Numerosi i materiali ritrovati nella provincia e custoditi nel Museo veronese; di particolare importanza quelli rinvenuti nelle necropoli di Raldon (Comune di S. Giovanni Lupatoto) e Spinimbecco (Comune di Villa Bartolomea).
Posta con buona probabilità lungo la strada che collegava anticamente Verona a Cerea, la necropoli di Raldon è riconducibile cronologicamente ad un periodo che va dall’età augustea sino alla metà del III secolo circa; essa venne scavata nel 1754 da Jacopo Muselli, che ne pubblicò in seguito i risultati nel volume Antiquitates Reliquiae. A dispetto dei caratteri generalmente pionieristici della scienza archeologica dell’epoca, tale opera si è dimostrata un valido aiuto nella ricostruzione della necropoli e nell’identificazione di molti reperti conservati nel museo che sarebbero stati altrimenti destinati a restare privi di provenienza.
A Spinimbecco, nella seconda metà del XIX secolo, vennero rinvenute una ventina di tombe da cui provengono numerosi vetri, alcuni di pregio come uno skyphos (451) e tre Zarte Rippenschalen (400-402).
![]() | (451) Skyphos, (Inv. M. 20349), Isings 1957, f. 39 (variante)seconda metà I secolo d.C. soffiatura libera, ansa fusa e applicata a caldo prov. Spinimbecco, fraz. di Villa Bartolomea (VR). Necropoli romana, 1868-73 Produzione occidentale, probabilmente nord italica |
![]() | (400) Coppa (Zarte Rippenschalen) (Inv. M. 20331), Isings 1957, f. 17; metà I secolo d.C. – età Flaviasoffiatura libera, sottili baccellature ottenute tramite pizzicatura prov. Spinimbecco, fraz. di Villa Bartolomea (VR). Necropoli romana, 1868-73 Produzione nord italica, probabilmente del comprensorio del Ticino. |
![]() | (402) Coppa (Zarte Rippenschalen) (Inv. M. 20332), Isings 1957, f. 17; metà I secolo d.C. – età Flaviasoffiatura libera, sottili baccellature ottenute tramite pizzicatura prov. Spinimbecco, fraz. di Villa Bartolomea (VR). Necropoli romana (?) Produzione nord italica, probabilmente del comprensorio del Ticino. |
Le forme:
Per quanto concerne la morfologia dei pezzi custoditi a Verona la maggior parte dei vetri è riconducibile a forme di uso corrente balsamari, bottiglie, coppe…; i balsamari, (10), in particolare, costituiscono il nucleo più numeroso: sono per lo più oggetti di scarso pregio prodotti in serie e di presumibile provenienza locale.
![]() | (010) Balsamario (Inv. M. 20442), De Tommaso 1990, tipo 5; prima metà I secolo d.C.soffiatura libera provenienza ignota Produzione dell’Italia nord orientale, forse aquileiese |
Oltre ai soliti balsamari a ventre sferoidale, tubolare e troncoconico largamente attestati negli altri musei veneti, vi è un ristretto numero di oggetti che trova confronti puntuali nel Mediterraneo Orientale (312-316).
![]() | (312) Balsamario (Inv. M. 20639), II-III secolo d.C.soffiatura libera prov. ignota Produzione del Mediterraneo orientale |
![]() | (313) Balsamario (Inv. M. 20638), II-III secolo d.C.soffiatura libera prov. ignota Produzione del Mediterraneo orientale |
![]() | (314) Balsamario (Inv. M. 29982), II-III secolo d.C.soffiatura libera prov. ignota Produzione del Mediterraneo orientale |
![]() | (315) Balsamario (Inv. M. 20295), III-IV secolo d.C.soffiatura libera prov. Morrubio (VR), 1886 Produzione del Mediterraneo orientale |
![]() | (316) Balsamario (Inv. M. 20650), II-III secolo d.C.soffiatura libera prov. ignota Produzione del Mediterraneo orientale |
Il Museo custodisce anche numerose bottiglie e brocche; tra le bottiglie si nota una netta prevalenza di quelle monoansate f. Isings 50 a/b, quadrangolari, presumibilmente utilizzate come contenitori di vino od olio; una di esse porta impresso sul fondo uno dei marchi più ricorrenti sui vetri romani, quello di C.SALVI/GRATI; altri esemplari sono abbastanza più rari come nel caso delle bottiglie a sezione cilindrica o quelle poligonali.
Interessanti gli esemplari di bottiglie mercuriali con bollo: la prima (308) presenta sul fondo un marchio a rilievo composto da due lettere di cui una sola identificabile (M); la seconda (309) presenta due palmette in rilievo su due delle pareti del corpo ed un marchio in rilievo sul fondo costituito dalle lettere FIRM poste agli angoli.
![]() | (308) Bottiglia mercuriale (merkurflasche) Isings 1957, f. 84; (Inv. M. 20394), III secolo d.C.soffiatura entro stampo, bollo impresso: due lettere, una sola leggibile (…M) prov. ignota Produzione nord italica |
![]() | (309) Bottiglia mercuriale (merkurflasche) Isings 1957, f. 84; (Inv. M. 20688), III secolo d.C.soffiatura entro stampo, bollo impresso: due lettere, una sola leggibile (…M) prov. ignota Produzione nord italica |
Sono presenti vari tipi di brocche (367): le più numerose parrebbero quelle di possibile fabbricazione medio padana (373), ma la collezione comprende anche alcune brocchette (378) ed un’elegante oinochoe a bocca trilobata. Vi sono diversi altri oggetti riconducibili a varianti di questa forma, tra i quali spiccano in particolare una brocca di probabile fattura renana (f. Isings 120b – 383), (più tarda delle precedenti: seconda metà III – IV secolo), ed un paio (ex 384) di evidente produzione orientale (area siro-palestinese) caratterizzate da una complessa decorazione ricavata attraverso una lavorazione che prevedeva la soffiatura a stampo.
![]() | (367) Brocca, Isings 1957, f. 54; (Inv. M. 20287), I secolo d.C.soffiatura libera; ansa fusa ed applicata a caldo prov. ignota Produzione nord italica |
![]() | (378) Brocca, Isings 1957, f. 56b; (Inv. M. 20336), I secolo d.C.soffiatura libera; ansa fusa ed applicata a caldo prov. Verona, strada vicinale Cavallara, Tomba di cecilia Rufa, 1962. Produzione nord italica |
![]() | (383) Brocca, Isings 1957, f. 126; (Inv. M. 20310), seconda metà III – IV secolo d.C.soffiatura libera; ansa fusa ed applicata a caldo prov. ignota Produzione renana |
![]() | (384) Brocca, (Inv. M. 20288), I-II secolo d.C.soffiatura entro stampo chiuso; ansa fusa ed applicata a caldo prov. ignota Produzione orientale (Siria) |
È presente anche un buon numero di bicchieri e di coppe spesso di buon livello come nel caso del bicchiere a goccioloni, forma di origine siriana riprodotta in seguito anche in atelier occidentali (322);
![]() | (322) Bicchiere, Isings 1957, f. 31; (Inv. M. 20285), seconda metà del I secolo d.C.soffiatura entro stampo aperto prov. Raldon, fraz. di S. Giovanni Lupatoto (VR). Necropoli romana, 1754; collezione J. Muselli Produzione: origine orientale siriaca, poi prodotto in Occidente (Aquileia, Roma, centri campani) |
di un certo interesse anche l’esemplare soffiato a stampo con iscrizione beneaugurante in lingua greca disposta su due registri (321) ed un altro a Bogenripperdekor (326).
![]() | (321) Bicchiere, Harden 1935, tav. XXVI; (Inv. M. 20313), metà del I secolo d.C.soffiatura in stampo bipartito. Incisioni. prov. ignota Prodotto da officina nord-italica |
![]() | (326) Bicchiere, Isings 1957, f. 33; (Inv. M. 20317), seconda metà del I secolo d.C.soffiatura libera; filamenti applicati a caldo sulla superficie esterna (Bogenrippendekor) prov. ignota Produzione dell’Italia settentrionale o del comprensorio del Ticino |
Tra le coppe, oltre a quelle riconducibili a forme più comuni (395 – 405), sono presenti in particolare alcune coppe costolate di I secolo(388) e un discreto numero di Zarte Rippenschalen alcune incolori, altre violacee o ambrate (398); quest’ultimo tipo dovrebbe trovare in Aquileia il suo centro di produzione.
![]() | (395) Coppa, Isings 1957, f. 20; (Inv. M. 20330), prima metà del I secolo d.C.colatura a stampo prov. Collezione J. Muselli Produzione occidentale |
![]() | (405) Coppa, Isings 1957, f. 20; (Inv. M. 20286), seconda metà del I secolo d.C.soffiatura libera prov. Raldon, fraz. di S. Giovanni Lupatoto (VR). Necropoli romana, 1754; collezione J. Muselli Produzione occidentale, probabilente nord italica (Aquileia) |
![]() | (388) Coppa, Isings 1957, f. 3a; (Inv. M. 20338), prima metà del I secolo d.C.colatura a stampo e successiva levigatura prov. Mezzariva di Bardolino (VR). (?) Produzione occidentale, probabilente nord italica (Aquileia) |
![]() | (398) Coppa, Isings 1957, f. 17; (Inv. M. 20355), primi decenni del I secolo d.C. – età Flaviasoffiatura libera. Applicazioni di fili di vetro bianco a caldo. Sottili baccellature ottenute pizzicando la parete prov. Raldon, fraz. di S. Giovanni Lupatoto (VR). Necropoli romana, 1754; collezione J. Muselli Produzione occidentale, probabilente aquileiese |
Le olle, per lo più di forma Isings 64 (425) e 67a (421), sono riconducibili a forme ampiamente attestate nella Venetia. Le olle venivano largamente utilizzate come contenitori alimentari (443) e non solo in ambito funerario così come potrebbe esser stato anche per l’anfora di produzione nord italica (3).
![]() | (425) Olla, Isings 1957, f. 64; (Inv. M. 20651/20651b), I – II secolo d.C.soffiatura libera; anse fuse e applicate a caldo. prov. dintorni di Maccarari (VR) Produzione dell’Italia nord orientale |
![]() | (421) Olla, Isings 1957, f. 67a; (Inv. M. 20667/20667b), I – II secolo d.C.soffiatura libera. prov. ignota. Produzione dell’Italia nord orientale |
![]() | (433) Olla, Isings 1957, f. 62; (Inv. M. 20373), seconda metà I secolo d.C.soffiatura libera con appiattimento delle pareti prov. Custoza (VR) 1840 (?) Produzione occidentale probabilmente nord italica |
![]() | (3) Anforetta, soffiatura libera, seconda metà I secolo d.C.(Inv. M. 20418) prov. ignota Produzione dell’Italia del nord |
Vi sono, inoltre, due esemplari di skyphos (ex. 451) – un tipo di vaso potorio tradizionalmente legato al simposio aristocratico – provenienti uno da Raldon e l’altro da Spinimbecco, ma i pezzi più interessanti sono senza dubbio gli undici fondi d’oro di età tardoromana, tutti purtroppo di provenienza ignota (455).
![]() | (451) Skyphos, (Inv. M. 20349), Isings 1957, f. 39 (variante)seconda metà I secolo d.C. soffiatura libera, ansa fusa e applicata a caldo prov. Spinimbecco, fraz. di Villa Bartolomea (VR). Necropoli romana, 1868-73 Produzione occidentale, probabilmente nord italica |
![]() | (455) Fondo d’oro; (Inv. M. 4567), IV secolo d.C.soffiatura libera; anello di base eseguito separatamente; foglia d’oro applicata alla superficie superiore del disco di base prima di fissarlo al fondo del recipiente. prov. ignota Produzione di Roma |
Nel complesso la collezione di Verona presenta forti analogie con quelle degli altri musei veneti; al suo interno sono presenti in buon numero esemplari di provenienza aquileiese e mediopadana; meno numerosi, ma di buona fattura, gli oggetti legati agli ateliers orientali, mentre sono numericamente scarse le attestazioni di esemplari tardi di produzione renana.
Cronologia: Per quanto concerne la cronologia, i materiali veronesi coprono un arco temporale piuttosto vasto che va dal III a.C. di alcuni esemplari di provenienza orientale lavorati con la tecnica del nucleo friabile (415) all’età tardoantica attestata dei fondi d’oro.