
Sono stati presentati via webinar i primi tre quaderni del Museo Archeologico delle Grandi Opere (M.A.G.O.) di Pagazzano (Bg). I tre volumi, curati dalla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia, trattano i temi principali cui sono dedicate le sale del Museo, adempiendo così a un duplice ruolo: quello della guida alla lettura del percorso espositivo e quello della monografia che assolve al compito doveroso della restituzione pubblica dei dati raccolti nel corso degli scavi archeologici effettuati in concomitanza della realizzazione dell’Autostrada A35 Brebemi, delle opere connesse e della linea Alta Velocità Treviglio – Brescia. Inaugurato nel luglio del 2015, il M.A.G.O. è ospitato all’interno dello splendido Castello Visconteo di Pagazzano e raccoglie proprio i reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi per la realizzazione della A35, delle opere connesse e della linea ferroviaria Alta Velocità che corre parallela all’autostrada. Questi reperti sono stati salvaguardati e restaurati grazie anche all’importante contributo di Brebemi SpA oltre naturalmente a quello del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo.
Il primo volume ha come soggetto la situla di bronzo ritrovata a Caravaggio, un reperto prezioso e raro che testimonia la vitalità della pianura bergamasca nel corso della protostoria come territorio di commerci e scambi culturali; (da artemagazine.it)

il secondo volume è dedicato all’età romana e privilegia il tema del paesaggio antropico che in quel periodo si è formato con le caratteristiche ancora oggi riconoscibili, dove non cancellate dall’espansione degli insediamenti; il terzo si concentra sulle ricche testimonianze funerarie di epoca longobarda, che attestano la presenza nel territorio di personaggi di rango, un riflesso dell’importanza economica del territorio della bassa pianura bergamasca.

I tre volumi, attraverso la narrazione di frammenti di storie del passato, sono anche la testimonianza del lavoro di chi tutelando, studiando e preservando le tracce di coloro che ci hanno preceduto, contribuisce attivamente a costruire il futuro per il territorio e per coloro che lo vivono.