IL MUSEO ARCHEOLOGICO DELLA LOMELLINA DI VIGEVANO -DAI CELTI AI ROMANI. IL CATALOGO “NON UFFICIALE”.

DAI CELTI AI ROMANI . IL CATALOGO NON UFFICIALE DEL MUSEO ARCHEOLOGICO DELLA LOMELLINA

Il “Quasi Catalogo”o il “Catalogo non ufficiale” del Museo Archeologico della Lomellina di Vigevano è nato dalla nostra passione e dalla volontà di fornire ai visitatori ed agli appassionati una breve guida delle preziose testimonianze scoperte  nella Lomellina e custodite in una meravigliosa cornice che è il castello Visconteo. (Alessandro Guerri)

IL MUSEO

Il Museo Archeologico del Castello Visconteo Sforzesco di Vigevano è un’importante istituzione culturale della Lombardia, che custodisce una ricca collezione di reperti archeologici provenienti dalle necropoli lomelline di epoca tardo celtica, La Tène e romana. Il percorso espositivo, che prende avvio dal suggestivo spazio con interni coperti da volte a crociera, offre al visitatore la possibilità di ammirare oggetti di uso quotidiano, ma anche statuine a tuttotondo e appliques per letti funebri, che conferiscono unicità ai corredi lomellini.

Le prime tracce di popolamento nella zona risalgono al Mesolitico e al Neolitico, ma sono nell’età del Bronzo e del Ferro, in cui si afferma la cultura celtica, e soprattutto in età romana che le testimonianze diventano progressivamente più abbondanti. In questo periodo, compreso tra la seconda metà del II sec. a.C. e la fine del I d.C., si assiste alla massima fioritura di insediamenti in questo territorio, come dimostrano l’abbondanza e il grande interesse dei ritrovamenti, in cui predomina il rito funerario della cremazione.

Tra i corredi esposti, significativa è la tomba di guerriero da Valeggio-cascina Tessera e il ricco corredo femminile con vaso a trottola e fibule da Dorno-cascina Grande. Si possono anche ammirare un corredo maschile proveniente da Tromello e uno femminile da Dorno, nel quale fanno comparsa i primi manufatti in vetro soffiato (balsamari, olpai, bicchieri, coppe), il vasellame in vernice nera e in terra sigillata che documentano la fase della romanizzazione. L’olpe sostituisce il vaso a trottola. La piena età romana è illustrata da questi corredi, esposti in ordine cronologico da Dorno, Zinasco, Vigevano, Gropello Cairoli. Particolarmente significativa la tomba a cassetta di laterizi proveniente da Zinasco Nuovo.

Nella sezione dedicata alla coroplastica, si possono ammirare statuine a tuttotondo, appliques per letti funebri, in bassorilievo o a tutto tondo, che conferiscono unicità ai corredi lomellini. E’ esposto anche un frammento di stele funeraria a edicola, iscritta, della seconda metà del I sec. d.C. dall’abbazia di S. Pietro a Breme, un reperto raro per la Lomellina.

Il Museo Archeologico è ubicato all’interno del complesso architettonico del castello Visconteo Sforzesco di Vigevano, nella terza Scuderia Ducale, attribuita a Leonardo da Vinci (1490) che, come ingegnere ducale, intervenne nel castello e nelle campagne vigevanesi, dove affrontò il problema della regolamentazione delle acque.

link :https://www.artribune.com/turismo/2022/09/vigevano-castello-sforzesco-museo-lomellina/

LOMELLINA: i siti dei ritrovamenti -pannello esplicativo del mueso archeologico della Lomellina di vigevano

ETA’ DEL BRONZO

Goliere ed Armille vedo figura qui sotto per la descrizione
RIPOSTIGLI DEL TERRITORIO DELLA LOMELLINA ( MUSEO ARCHEOLOGICO LOMELLINA VIGEVANO)


1 Ripostiglio di asce a margini rialzati in bronzo a vari stadi di lavorazione e
diversa percentuale di rame

Pieve Albignola. Bronzo Antico (2200-1700 a. C.)

(Deposito del Civici Musei di Pavia)



2 Ripostiglio di bronzo comprendente goliere e collari a capi aperti, armille a
spirale e un’ascia a flabello
Robbio Lomellina. Bronzo Antico-Medio (XVII-XVI secolo a. C.)


(Deposito del Civici Musel di Pavia)


3 Ripostiglio di pani di rame per fusione Evidenti i segni del prelievi per analisi condotte nel 1923 Semiona. Bronzo Recente (Xil secolo a. C.)


4 Ripostiglio di bronzi comprendente anello, pinzette, pugnale. spilloni e panelle per fusione Gropello Cairoli, Santo Spirito, Inizi Bronzo Recente (Xil secolo a.C.)

ETÀ DEL FERRO

L’inizio della prima Età del Ferro in Italia settentrionale è convenzionalmente fissato al 900 a.C. e si conclude al momento della storica invasione gallica del 388 a.C.

In questo periodo la Lomellina, occupata dal popolo dei Laevi rientra nell’ambito della cultura “protoceltica” di Golasecca, che si estendeva sull’area compresa tra Adda e Sesia, la regione dei laghi a nord e il corso del Po a sud in continuità con il Bronzo Finale e il periodo precedente .

Sembra di assistere però nella fase iniziale della prima Etá del Ferro (IX-VIII secolo a.C.) uno spopolamento della bassa pianura, come testimoniato dai pochi rinvenimenti relativi a questo periodo. Tale spopolamento è forse legato al cambiamenti climatici che, con l’aumento della piovositá hanno comportato un dissesto idrogeologico della pianura, insieme a fattori politici e sociali che hanno impedito il formarsi di realtà de- demografiche importanti 

Con il Vil secolo a.C. territorio assume nuova importanza, grazie all’esistenza di una rete di traffici attivata dagli Etruschi che, dalle coste della Liguria, per correndo la direttrice del Ticino, raggiungeva Lago Maggiore, dove era situato il principale centro golasecchiano, e da li le comunità transalpine.

L’importanza di questa direttrice risulta ben evidente a partire dal VI secolo a.C e la  ceramica d’importazione rinvenuta a Lomello insieme al vasellame metallico ritrovato a Dorno e Garlasco confermano l’inserimento del territorio lomellino in una rete di scambi di ampio portata legati all’ampliamento del centri etruschi della pianura padana e alla fondazione di un emporio etrusco a Genova alla fine del VI secolo a.C.

Durante V secolo o.C. sorgono nuovi pic- coli centro  in tutta la Lomellina e acquisisce sempre più importanza l’abitato di Gropello Cairoli Santo Spirito. Questo crescita è cetamente favorita dalla nascita di Milano, che determina la creazione di nuove dinamiche commercial lungo una direttrice nord-sud in direzione di Genova: l’abitato a Santo Spirito. era posto proprio su percorso che da Milano. lungo to vale Scrivia, raggiungeva Genova.

PRIMA ETÀ DEL FERRO- CIVILTÀ PROTOCELTICA DI GOLASECCA

Reperti celtici civiltà di Golasecca da Groppelo Cairoli Santo Spirito VI-Vsec.aC
1 tazza monoansata 
2 scodella a urlo cordonato 
3 coppa a orlo cordonato 
4 olletta 
5 bicchiere a tulipano 
6 bicchieri decorati 
7 presa  di coperchio 
8 olla ovoide
9 Olla con la spalla 
10 olla decorata 
11 brocca decorata 
12 olla con decorazione 
13 fibule 
14 borchie 
15 pendagli
16-fibula a drago in bronzo
17 Fibule a sanguisuga
18-19 parti terminali di staffa di fibula
20 strumento da toilette in bronzo
Vedi sopra MUSEO ARCHEOLOGICO LOMELLINA VIGEVANO

L’ABITATO DI GROPPELO CAIROLI

L’importante abitato di Gropello Cairoli era localizzato sull’altura di Santo Spirito creata dai depositi alluvionali del Ticino sul margine destro del fiume in una posizione favorevole al controllo del territorio.

A partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso l’altura è stata destinata a cava di sabbia e tali lavori hanno completamente asportato i depositi archeologici. I controlli durante le escavazioni hanno consentito, però, l’individuazione di un insediamento di circa cinque ettari di estensione.

L’abitato, formatosi nel corso dell’VIII secolo a.C., crescerà d’importanza nel VI e soprat- tutto nel V secolo a.C., come conseguenza dell’incremento dei commerci dell’Etruria con i paesi a nord del Po e le regioni alpine.

L’abbondante materiale ceramico raccolto documenta la compresenza di elementi golasecchiani nella ceramica fine, e lo sviluppo di forme locali e di aspetti formali della tradizione ligure nella ceramica grossolana.

I resti delle strutture individuate, realizzate con palizzate lignee e argilla, permettono di ipotizzare l’organizzazione interna dell’abitato. dove l’area insediativa, affacciata sul Ticino, era chiusa da un fossato che attraversava l’altura nel punto di minor larghezza e nei cui pressi, fuori dal centro, era localizzata una zona artigianale, documentata da un’officina per la lavorazione del bronzo.

Mancano dati certi sulla presenza di una necropoli, ma alcuni indizi inducono a ipotizzare che fosse in posizione arretrata rispetto al nucleo insediativo/produttivo.

Le attività quotidiane sono testimoniate da macine, rocchetti, fuserole, pesi da telaio e dai frammenti di piastre in argilla forate relative a piani di cottura mobili.

L’abitato di Santo Spirito. localizzato in una posizione privilegiata in un sistema di comunicazioni stradali e fluviali, riveste dunque durante la media Età del Ferro il ruolo di centro egemone sul territorio, forse insieme a Garlasco. L’altura continuerà ad essere occupata anche durante la seconda Età del Ferro

LINKS:

https://www.academia.edu/resource/work/94904863

https://www.academia.edu/resource/work/41387722

https://ipotesidipreistoria.unibo.it/article/view/10311

SECONDA ETÀ DEL FERRO-EPOCA GALLICA

Da ARSLAN -LOMELLINA NELLA SECONDA ETÀ DEL FERRO:

Un inquadramento della situazione del pavese e in particolare della Lomellina all’inizio della latenizzazione, nella seconda età del Ferro, appare oggi, dopo il riconoscimento della celticità, almeno linguistica, dei Liguri, molto più agevole che in passato.

La lettura delle fonti operata dal Gabba nel 1984 (1) trova ora una chiarezza prima non facile da riconoscere (2). I Laevi (i Laci di Polibio (3)) sono per Livio (4) popolazione ligure (mentre per Poli- bio (5) sono celti), collocata a Nord del Po, inco- lentes circa Ticinum flumen. Sull’altra riva sono gli Anares. Ad essi si sovrappone una popolazione di origine gallica, i Marici

Oggi non possiamo più dubitare che i due gruppi abbiano potuto collegarsi sulla base di comuni premesse etnico-linguistiche, come certamente è avvenuto alla fine del V secolo in molte altre aree “celto-liguri” della Cisalpina. 1 Laevi avevano par- tecipato, nel corso della prima età del Ferro, all’elaborazione e allo sviluppo delle Culture cosiddetta di Golasecca. I Marici portavano gli stimoli culturali delle culture lateniane d’Oltralpe. In altri termini, nel corso della seconda età del Ferro, si è sviluppata in Lomellina e nel Pavese una cultura lateniana su sostrato celto-ligure-golasecchiano, con due gruppi uniti (fusi?), che “condidere Ticinum non procul a Pado” (6)

Se il Po rappresenta, dal IV secolo a.C. (7), una delimitazione territoriale molto precisa, oltre la quale sono gli Anares, in tutte le altre direzioni, verso gli altri gruppi prima celto-liguri, poi celti co-lateniani, i confini appaiono molto vaghi. Ciò in particolare per la prima fase, dei Laevi golasecchiani, la cui collocazione areale ci sfugge completamente, ma anche per la seconda età del Ferro, con i Laevi Marici latenizzati, che mal si distinguono da Vertamocori, Salluvii, Libui. Così come, oltre il Ticino, appare difficile individuare il confine con il gruppo insubre (8). Dagli Insubres, infine, i Laevi-Marici risultano dipendere nel III seco- lo a.C., se non da epoca precedente. Quindi, in questa sintetica trattazione, si preferisce riferirsi all’attuale realtà territoriale della Lomellina, ben sapendo come essa appaia in gran parte artificiale, legata più alle vicende storiche moderne che a quelle antiche (9).

Un corretto inquadramento delle vicende della Lomellina nella seconda età del Ferro non può così prescindere dai precedenti della prima (10), in quanto proprio nel sostrato golasecchiano dei Laevi è da riconoscere la premessa delle specifici tà nelle epoche successive.

L’area, come si è detto, è collocata, nella prima età del Ferro (11), in un ampio spazio culturale, com- plessivamente definibile come “Golasecchiano”, ma con sensibili differenziazioni locali.

Nella Lomellina ci è possibile, infatti, riconoscere, nella documentazione materiale, caratteri specifi ci, sia nelle ceramiche, che nell’ornamentazione personale (ad esempio nel gigantismo delle fibule, che nel tempo resterà un motivo costante, fino alla romanizzazione). Tali specificità, che devono esse- re verificate in parallelo con le specificità degli altri comparti golasecchiani, nell’analisi dei quali forse talvolta si insiste più sulle concordanze che sulle discordanze, rendendo meno facile una lettu ra in termini “storici”, vengono messe in rapporto con la più facile apertura di questo territorio ai condizionamenti (persone, materiali, idee) di pro- venienza etrusca (12), se non più lontana, fino alla Daunia (13). Condizionamento giustificato dalla collocazione della Lomellina lungo uno degli assi di penetrazione principali dal Mediterraneo, dalla Liguria marittima alla Padania, all’Europa conti- nentale.

articolo completo su accademia.edu al link:

https://www.academia.edu/resource/work/16487214

Altri links:

I guerrieri di Garlasco e Gesati- ARSLAN:

https://www.academia.edu/resource/work/70818160

https://www.academia.edu/resource/work/14784071

REPERTI CELTICI DA RITROVAMENTI SPORADICI AREA LOMELLINA II-I sec. a.C

MUSEO ARCHEOLOGICO LOMELLINA VIGEVANO

1 Padella tipo monfortino e brocca ovoide carenata in bronzo Tromello

2 Dracma padana Tromello S.Stefano

3. Strigile in bronzo -Tromello S.Spirito

4 Fibule di tipo pavese in Bronzo da Scaldasole

5 Armille in bronzo decorate ad occhi di dado deformate dal rogo Valeggio Lomellina cascina Tessera

6 Armilla a larga fascia in bronzo decorata ad occhi di dado. Rosasco frazione Rivoltella

7 Ciotola treppiede in ceramica da Mortara, Sabbioni

8 Vaso piriforme, decorato o linee in rilievo Lomello, S.Giovanni Doria

9 Ciotolina troncoconica miniaturidica Garlasco , Bozzole, cavo Striello

10 Ciotola e olla decorate a incisioni
Garlasco, Bozzole, cavo Striello 

11 imboccatura di vaso a trottola con iscrizione sinistorsa graffita ESOPNOSKEPI Garlasco, Bozzole

12 Olette decorate a incisioni Groppelo Cairoli

13 Frammenti di armille in vetro fuso blu e porpora Gropello Cairoli Santo Spirito

14 Fondo di patera con iscrizione 

Graffito  ERIPOCHIOS Groppelo C. vigna Garaldi
ERIPOCHIOS N11
In primo piano fibule tipo pavese n 4- strigile in Bronzo n3 -dracma padana n2
Ollette da Groppelo Cairoli n12
Frammenti di braccialetti di vetro celtici n13

NECROPOLI CELTICHE DELLA SECONDA ETA DEL FERRO-LOMELLINA

NECROPOLI DELLA SECONDA ETA DEL FERRO – MUSEO ARCHEOLOGICO LOMELLINA VIGEVANO)


VIGEVANO, LOCALITÀ RONCHI, NECROPOLI A INCINERAZIONE
Tomba 33. Sepoltura femminile. Prima metà I secolo a. C.



1 Fusaiola decorata a incisioni 
2 Fibula in bronzo


3 Armilla in vetro biancastro rifuso dal rogo

4 Patere a vernice nera

5 -6 Tegame in impasto semidepurato

6 Ciotola a orlo rientrante e ciotola-grattugia troncoconica

7 Patere deformate durante la cottura 

8 Olette decorate a impressioni e a incisioni

DINTORNI DI VIGEVANO
Materiale sporadico da contesti tomball. II-I secolo a. C.

9 Ciotoline con fondo ombelicato Provenienza non precisable

10 Bicchiere miniaturistico
Località Ronchi

11 Ciotolina e bicchiere di piccole dimensioni
Provenienza non precisabile 

12 Cuspidi di lancia in ferro
Località Monte Oliveto 

13 Spada a codalo in ferro, con resti del fodero,deformata
Località Monte Oliveto 

14 Coltello in ferro
Località Monte Oliveto 

15 Cesole in ferro
Località Monte Oliveto

16 Strigile in ferro
Località Monte Olivato
NECROPOLI DELLA SECONDA ETÀ DEL FERRO
VELEZZO LOMELLINA, LOCALITA’ PIEVE necropoli a cremazione

Tomba 59. Sepoltura maschile, Inizio I secolo a.C
1 Coltello in ferro con resti di legno sul manico
2 Asse repubblicano in bronzo, consunto D/Giano bifronte. R/ Prua di nave
3 Anello di sospensione in bronzo
4 Cesoie in ferro con resti di tessuto mineralizzato
5 Patere acrome, imitazione della ceramica a vernice nera
6 Vasi a trottola decorati a fasce sovradipinte
7 Ciotole troncoconiche con orlo a tacche impresse
Ciotole carenate
9 Ciotole a orlo rientrante
10 Ciotola troncoconica
11 Olletta ovoide Tomba 14. Prima metà I secolo a. C.
12 Ciotola treppiede
13 Ciotola carenata
14 Olletta lenticolare
Olpi a trottola vedi sopra
GARLASCO tombe celtiche GARLASCO , necropoli ad incenerizzazione


Tomba 1  femminile III sec a.C
1 Fuseruola decorata a placche incise

2 Ciotola troncoconica e ciotolina in impasto grossolana 

3 Olla globulare
4 Brocca biconica con orlo a beccuccio cilindrico obliquo

Tomba 1a
5Armilla a due giri in bronzo e anello di sospensione in ferro entrante 

6 ciotola ad orlo rientrante e ciotolina troncoconica
7 Oletta globulare
8 Oletta situliforme decorata a impressioni


Tomba 28. Sepoltura maschile
9 Spada in ferro ancora inserita nel fodero decorato,deformata dal fuoco 

10 Elementi di catena reggispada in ferro
11 Borchie in ferro

12 Fibule in ferro

13 Armilla in sapropelle

14 Cuspide di giavellotto in ferro 

15 Lama di collello
16 Frammenti di cesoie e di impugnatura di strigile in ferro 

17 Ciotole troncoconiche in impasto semidepurato
18 Olla biconica

19 Oletta situliforme

Vedi sopra
NECROPOLI DELLA SECONDA ETA’ DEL FERRO


GARLASCO, BOZZOLE NECROPOLI A INCINERAZIONE Fine III  -Inizio IIsecolo a. C.


Tomba 8 sepoltura maschile

1 Fibule in ferro
2 Lame e impugnatura di cesoie in ferro
3 Cuspidi di lancia: conservano tracce del tessuto in cui erano avvolte 

4 Coltelli in ferro con residui di legno e tessuto 
5 Olletta globulare e ciotolina troncoconica
6 Olla biconica e vaso a trottola decorato a fasce sovradipinte

Tomba 29. Sepoltura maschile 
7 Umbone di scudo in ferro
8 Spada ravvolta nel fodero, ritualmente deformata, e punta di fodero in ferro
9 Ciotola-cineraria e ciotola in argilla semidepurata 
10 Olla globulare e vaso a trottola

Tomba 4. Sepoltura femminile
11 Borchie in bronzo
12 Fibule ed elementi di catenina in bronzo

13 Bottoni conici in bronzo, con asola interna 
14 Vetro blu rifuso dal rogo, probabile armilla

15 Ciotoline in argilla semidepurata

16 Bicchiere a corpo ovoide

17 Olletta con decorazione incisa e brocchetta

18 in argilla semidepurata
19 Ciotole-cinerarie carenate
Vaso a trottola
Vedi sopra
VALEGGIO LOMELLINA cascina Tessera necropoli ad incenerazione Temba 189, Sepoltura maschile. Seconda metà II secolo a. C.

1 Spada in ferro: la lama è ancora inserita nel fodero
2 Rasoio e cesoie in ferro
3 Fibula a molla bilaterale in ferro
4 Pinzette e anello di sospensione in bronzo
5 Punta di lancia in ferro decorata da reticolo inciso, con resti di legno mineralizzato sul manico
6 Assi repubblicani in bronzo

D/ Giano bifronte. R/ Prua ali nave. Al di sotto: ROMA

7 Vittoriato in argento D/Testa di Giove, R/ Vittoria che incorona un trofeo.
Al di sotto: ROMA
8 Umbone di scudo in ferro
9 Coltello in ferra, deformato dal rogo
10 Olle in ceramica comune modellate a mano: una à decorata a incision!
11 Quattro ciotole in ceramica comune: una è decorata a tacche Impresse sull’orlo
12 Olle e olletta in ceramica comune. modellate al tornio e a mano

Tomba 199. Fine Il-inizi I secolo a. C.
13 Cesoie in ferro
14 Asse repubblicano in bronzo, consunto
D/Giano bifronte. R/ Prua di nave
15 Patere a vernice nera: una reca il graffito IEVO
16 Ciotolina monoansata e bicchiere a spalla cordonata in ceramica comune
17 Olla globulare in ceramica comune
18 Ciotola cinerario carenata in ceramica comune
Vedi sopra

ROMANIZZAZIONE

GROPPELO CAIROLI Cascina Menabrea il corredo contiene strumenti del mondo femminile : 10 fuseruole  variamente decorate con motivi geoimpressi o con  impressioni a tacche  Le due grandi fibule di tipo pavese servivano a sostenere pesanti tessuti come quelli dei mantelli. Frequenti in età tardo celtica sono però usato fino alla prima età imperiale perché espressione della cultura locale
VELEZZO LOMELLINA località Pieve tomba 53 L’attaccamento alla cultura locale è rappresentata dalla ciotola carenata a due anse e dalle ollette dall’impasto semidepurato

Vedi sopra – MUSEO ARCHEOLOGICO LOMELLINA VIGEVANO)
VELLEZZO LOMELLINA. Statuetta di mulo segno della presenza di influssi romani
MUSEO ARCHEOLOGICO LOMELLINA VIGEVANO

GROPELLO CAIROLI, località Marone – tomba II GAMBOLÒ, Dosso della Guardia – tomba 21 Seconda metà del I secolo a.C.

Gli oggetti del due corredi in vetrina rispecchiano di fondo la tradizione culturale indigena, ma contengono alcuni manufatti indicativi della penetrazione commerciale (e culturale) romana.

Il corredo di Gropello Cairoli piuttosto semplice e ridotto nella composizione, accanto a oggetti tipici del periodo tardo celtico, come il vaso a trottola e le ciotole carenate, contiene una lucema dal serbatoio biconico e dal beccuccio ad ancora, che imita analoghi esemplari laziali, di solito a vernice nera. Il vaso a trottola, un contenitore per il vino dalla stretta imboccatura che veniva chiusa con un fappo, e le ciotole, oggetto di utilizzo comune sulla tavola. sono invece di produzione locale.

Ugualmente la tomba di Gambolò accanto alle più tradizionali ollette. decorate e non, e al piatto tegame verosimilmente prodotti in loco. presenta un oggetto di importazione, una grande patera a vernice nera di buona qualità, che sulla tavola era utilizzata per servire il cibo.
DORNO – CASCINA GRANDE   Corredo femminile seconda metà del  I sec a.C . Incenerizzazione indiretta. Sono presenti fibule bronzee di varie dimensioni, ceramica tra cui un olpe a trottola , una Armilla di vetro deformata dal fuoco.

BIBLIOGRAFIA UTILE E LINKS:

PROBLEMi DI ARCHEOLOGIA LOMELLINA: UN GRUPPO DI TOMBE DAL PODERE PANZARASA DI GROPPELLO CAIROLI , GIOVANNA ARATA RAC 166 anno 1984 pag 41-121

LA NECROPOLI DI DORNO LOCALITÀ S.MATERNO , MARIA VITTORIA ANTICO GALLINA ,RAC 167 pag 113-162

LA NECROPOLI ROMANA DI OTTOBIANO , GLORIA VANNUCCI LUNAZZI RAC 168 anno 1986 pag 47-104

LINKS:

https://www.academia.edu/resource/work/45157862

https://www.academia.edu/resource/work/1308207

ROMANITÀ

CASSOLNOVO, località Brugarolo – tomba 1 località Gerassa – tomba 1 Prima metà I secolo d.C.

Due corredi tombali ritrovati nel territorio di Cassolnovo si distinguono per la presenza di ceramica ottenuta da matrice, che imita nella forma e nella decorazione il prezioso vasellame metallico ed è rivestita di vetrina verde all’esterno e gialla all’interno.

La tomba di Cassalnovo località Brugarolo era probabilmente una sepoltura femminile, come suggeriscono i balsamari in vetro e l’anello a spirale. Tra i materiali di corredo, spicca lo skyphos (coppa biansata per bere) in ceramica invetriata, decorato da due tralci di vite contrapposti con una rosetta a otto petali al centro. Il rilievo è di notevole qualità tecnica e la resa della decorazione molto naturalistica.

Cassalnovo Brugarolo- Balsamari e skyphos a motivi vegetali( vite) prima metà I sec d.C -MUSEO ARCHEOLOGICO LOMELLINA VIGEVANO

Da Cassolnovo loc. Gerassa proviene un altro corredo femminile: esso è composto da una patera a vernice nera, da una ciotolina in terra sigillata, che reca sul fondo il bollo del fabbricante AE NC racchiuso nella caratteristica planta pedis, e da diversi balsamari. L’oggetto più importante è lo skyphos invetriato, decorato in questo caso da tralci d’edera contrapposti e da nastri annodati al di sotto delle anse. Il rilievo è di buona tecnica e il gusto della decorazione di carattere naturalistico.

Gerassa -balsamari e skyphos con foglie di edera . prima metà del I secd.C.

ALAGNA LOMELLINA, cascina Guzza – tomba 4  DORNO, cascina Grande – tomba 33 Primi decenni del I secolo d.C.

Tra la fine del I secolo a.C. e i primi decenni del I d. C.. in Italia settentrionale, si affermano alcune officine di ceramistiche producono vasellame in terra sigillata realizzato a matrice dalle forme tipiche e con decorazioni caratteristiche. Tra i più famosi sono Sarius Surus e C. Aco Diophanes, che “firmano” i loro prodotti con un’iscrizione a rilievo nel corpo del vaso.

Bicchiere tipo ACO – MUSEO ARCHEOLOGICO LOMELLINA VIGEVANO



Creazione di Sarius è la coppa biansata ad alto orlo, dal corpo decorato a motivi vegetali, come quella della tomba di Alagna, mentre è tipico delle officine di Aco il bicchiere troncoconico decorato da motivi vegetali e dalla riproduzione dell’intelaiatura di un canestro, come nell’esemplare di Dorno che è firmato. Con il tempo, tuttavia, le stesse forme sono prodotte dai diversi ateliers. Benché l’utilizzo delle matrici permetta una produzione in serie, si tratta di manufatti raffinati, realizzati da artigiani famosi.

Anche gli altri oggetti dei due corredi indicano l’adozione di prodotti commerciali romani, mentre l’attaccamento alle consuetudini locali si esprime nella scelta dei cinerari: la ciotola carenata ad Alagna, l’olla di impasto grezzo a Dorno.



Interessante nel corredo di Alagna l’anello, benché rovinato dal rogo. che porta impresso nel castone il volto di un satiro barbato.

Anello con satiro barbato Alagna Lomellina
Oggetti di vetro in primo piano .dietro coppa biansata a motivi floreali di Sarius Surus e bicchiere a tulipano

ZINASCO NUOVO, località La Madonnina Tomba a cassetta Primi decenni del I secolo d.C.

Nella vetrina si presenta la ricostruzione di una sepoltura ritrovata all’interno di una fossa rivestita da sei tegoloni. Il corredo, piuttosto ricco, comprendente sia oggetti combusti dal rogo sia integri, era distribuito tra l’interno e l’esterno della cassetta.

Assai interessanti appaiono i manufatti deposti intatti dentro la cassetta di laterizi. La duplicazione di alcuni esemplari (le olpai, le lucerne, gli specchi) e la concentrazione di reperti ossei in punti diversi della sepoltura fanno pensare alla deposizione nella stessa tomba di almeno due individui. La presenza di fusaiole e balsamari, inoltre, fa ritenere che si trattasse della sepoltura di individui di sesso femminile.

L’analisi dei manufatti porta a ipotizzare che le due donne fossero morte a poca distanza di tempo l’una dall’altra, in un arco cronologico. compreso tra l’età augustea e quella tiberiana.

Zinasco Nuova Località Madonnina – MUSEO ARCHEOLOGICO LOMELLINA VIGEVANO

BIBLIOGRAFIA E LINKS:

RAC 190 anno 2008 pag 67 -156 Il vasellame “tipo Sarius”: ceramica romana di tradizione ellenistica in Italia settentrionale
MARIA PAOLA LAVIZZARI PEDRAZZINI

Coppe tipo Surus – decorazione sopra da Pavia scavi del tribunale fine I sec a C-inizi I sec d.C – coppa sotto da Alagna Lomellina ora a Gambalò fine I sec a.C – inizio I sec d. C ( DA RAC 190)

https://www.academia.edu/resource/work/3681796

ARA VOTIVA DA LOMELLO

La scena rappresenta la libagione compiuta sull’altare da Manillo Giusto, prima del sacrificio di un torello addobbato delle sacre bende. Il dedicante, vestito della toga e con il capo coperto. celebra rito alla presenza delle immagini degli antenati collocate su plinti.

Si tratta di una delle rare testimonianze di scultura di età romana conservate in Lomellina.

Come riporta l’iscrizione, il personaggio, con l’offerta della vittima e la posa dell’altare, scioglie un voto a una divinità il cui nome non è conservato. Manillus doveva essere un facoltoso membro dell’élite locale, come prova la solennità del rito. Le pettinature del personaggi e gli accurati caratteri dell’epigrate indicano una datazione intorno al 25-50 d.C. L’altare in marmo di Candoglia è stato privato del
basamento e del coronamento per essere riutilizzato, a scopo decorativo, in una muratura del battistero di Lomello, probabilmente nel Medioevo. Alla fine dell’Ottocento venne portato a Vigevano e murato prima nel Municipio poi a Palazzo Roncalli ove ora si trova un calco sostitutivo.



T MANILIVS SAL F IVSTVS MVSLM

Tito Manillo Glusto figlio di Salvio con gratitudine, sciolse il voto, volentieri, meritatamente

Ara VOTIVA da LOMELLO I sec. d.C.

Link: https://www.vigevanostoria.it/da-lomello-a-vigevano-lara-di-manilius-iustus/

STELE DI DEFUNTO PUBLIO CORNELIO FRONTONE

La stele infissa verticalmente nel terreno contrassegnava il sepolcro celebrando il defunto. I monumenti funerari sono frequenti nel mondo romano, ma rari in Lomellina 4’esemplare da Breme è quindi di eccezionale importanza nonostante la sue frammentarietà, mancano infatti le parte inferiore e la decorazione sul lato destro, che era speculare a quella di sinistra

La stele ha le forme di un tempietto con frontone decorate da una testa di Medusa e da rosette . La Medusa, circondata da serpentelli ha anche valore apotropaico ( scaccia il malocchio e gli spiriti maligni) L’iscrizione commemorativa è inscritta all’interno di un apposito riquadro delimitate de lesene coronate da capitelli corinzi. La parte terminale è invece distrutta e non è possibile risalire al nome della moglie . Seguivano poi in genere i nomi dei figli e dei liberti. L ‘uomo è vissuto in Lomellina nela seconda metà del I sec. d.C. come indica la tipologia della stele e l’ ‘accuratezza ed il tipo di caratteri .



TFI P CORNELIUS M FRONTO SIBI ET ….TATE CONI….

Per disposizione testamentaria Publio Cornelio Frontone, figlio di Marco fece innalzare il monumento per sé e per la moglie …

VETRI

GROPELLO CAIROLI, podere Castoldi – tomba 14 Seconda metà I secolo d. C.
Tra le sepolture ritrovate nel podere Castoldi, la tomba 14. verosimilmente femminile, si distingue per la presenza di manufatti in vetro ben conservati: si distingue in particolare la raffinata brocca in vetro blu soffiato a stampo e decorata a baccellature, utilizzata sulla mensa per servire le bevande,
Anche lacolombina di piccole dimensioni, in vetro soffiato liberamente. costituisce un oggetto di lusso: la sua forma ricorda l’animale sacro alla dea della bellezza Venere. All’interno sono ancora conservate le tracce del suo contenuto, probabilmente un profumo o un unguento per il corpo. Per utilizzarlo, si sarebbe dovuta spezzare la coda oppure il becco.
Un ulteriore rimando a Venere sembra presente anche nella statuetta in terracotta raffigurante Amore e Psiche: Il personaggio maschile reca infatti nella mano sinistra una colomba.
Completano il corredo uno specchio in bronzo, un balsamario tubolare in vetro, una lucerna in terracotta ed alcuni oggetti impiegati sulla tavola: una coppetta a pareti sottile ed un piatto in terra sigillata,

COROPLASTICA LOMELLINA

COROPLASTICA LOMELLINA animali
Vignaiolo

https://www.academia.edu/resource/work/7700895

APPLIQUES DEI LETTI FUNEBRI

COROPLASTICA letti funebri Lomellina I sec d.C

Ad imitazione del lusso . Si tratta di APPLIQUES che venivano posizionate soprattutto nel I sec d.C. sui letti funebri ad imitazione di quelli di lusso. Costituite da materiali ceramici dovevano imitare i ben più preziosi intarsi in osso avorio o metalli presenti in letti ben più preziosi.

COROPLASTICA letti funebri Lomellina I sec d.C

Ne sono rinvenute soprattutto in necropoli del territorio della Lomellina, dove probabilmente erano prodotte, data la grande e quasi esclusiva diffusione in quest’area.

Links:

https://iris.unipv.it/handle/11571/29353

COROPLASTICA letti funebri Lomellina I sec d.C
OTTOBIANO APPLIQUES letti funebri .disegno da rivista RAC n 168 del 1986
OTTOBIANO APPLIQUES letti funebri .disegno da rivista RAC n 168 del 1986

GIOCARE A DADI O CON LE PEDINE

VARIE

IL TESORETTO DI MORSELLA

Tesoretto di Antoniniani dalla località Morsella

Il tesoretto è costituito da circa 1.400 antoniniani, monete della fine del III secolo d.C. prevalentemente di Gallieno ma anche di Claudio il gotico fino ad Aureliano Sono state rinvenute nel 1978 a seguito delle ricerche del Gruppo Archeologico Milanese coordinate dalla Sovraintendenza, successive a dei lavori di aratura di un campo. Erano interrate insieme ad un’olla fittile che originariamente le conteneva. Probabilmente sono state nascoste a seguito del periodo di grave instabilità politica e dei confini. Io e mio papà eravamo lá nel 1978 e non vi posso esprimere l ‘emozione nel vederle,sempre con mio padre ora, esposte al museo.

Tesoretto di Morsella
Tesoretto di Morsella
Tesoretto di Morsella

COLLEZIONE STRADA

La raccolta costituita da 260 oggetti appartenenti ad un arco cronologico che va dalla preistoria all’età rinascimentale, ma particolarmente ricca in relazione all’età della romanizzazione della Lomellina (II – I secolo a.C.) e alla prima epoca imperiale (I – II secolo d.C.). Per la maggior parte rinvenute a seguito di lavori agricoli, sono testimonianze che quasi certamente provengono da corredi funerari e il loro stato di conservazione è in molti casi eccellente. Si va dalle ceramiche di uso comune, alle terrecotte figurate, agli oggetti d’ornamento, agli utensili di metallo. E ai vetri. Tra questi spicca un pezzo eccezionale nella produzione vetraria del primo secolo dopo Cristo: una coppa in vetro verde chiaro, con decorazioni a girali d’acanto e tralci di vite, unico esemplare integro tra i pochissimi a noi noti, cinque in tutto, dal maestro vetraio Aristeas. Una meraviglia di fattura mediorientale destinata ad una famiglia facoltosa e di rango. Sempre tra i vetri, materiale distintivo della collezione, vanno citate, per integrità e qualità, anche la pisside in vetro blu e l’anforetta porpora con decorazione piumata in bianco

Link: https://wp.me/paEVnZ-1wQ

LE NUOVE SCOPERTE ARCHEOLOGICHE IN LOMELLINA :

LE PIU RECENTI SCOPERTE ARCHEOLOGICHE IN LOMELLINA E VIGEVANO