10 Giu, 2020 |
La pavimentazione a mosaico di epoca romana è stata rinvenuta a Negrar di Valpolicella dopo dei carotaggi fatti dalla Soprintendenza di Verona.
La Cantina Valpolicella Negrar, già dal 2011, aveva creato una linea di vino Amarone per sottolineare il legame tra cultura del territorio e storia
Quanta emozione tra le vigne della valle della Valpolicella. Nel comune di Negrar di Valpolicella, vicino a Verona, rivedono la luce una serie di mosaici che sono parte integrante di una pavimentazione di una villa romana.

La scoperta, avvenuta il 26 maggio 2020, è opera del gruppo di archeologi della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Verona, sotto la direzione dell’archeologo Gianni De Zuccato e realizzato operativamente dall’archeologo Alberto Manicardi della SAP (Società archeologica Padana s.r.l.).
Oramai la notizia ha fatto il giro del mondo tanto che lo stesso Gianni De Zuccato ha rilasciato delle informazioni sulla scoperta al New York Times.

La pavimentazione della villa romana, composta da mosaici, ritrovata dalla Soprintendena Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Verona, sotto la direzione dell’archeologo Gianni de Zuccato (Foto del profilo Facebook di Gianni de Zuccato)
Il sito archeologico di Negrar di Valpolicella
Tra questi filari, dove si produce il famoso vino rosso della Valpolicella, la villa Romana di Negrar era già stata al centro di altri scavi.
Il sito di Negrar, che si trova in località Villa e di proprietà della famiglia Giacopuzzi-Bronzo, è noto agli studiosi e agli archeologi fin dal 1887.
Risalgono al 1922 e 1975 i primi ritrovamenti di una parte della pavimentazione a mosaico che ora è collocata nel Museo Archeologico al Teatro Romano di Verona.
I mosaici della villa, che sono gli unici resti dell’edificio, sono databili verso la fine del III secolo d.C come riporta Paolo Lino Zanotto in “Mosaici Paleocristiani delle Venezie” (Del Bianco, 1963).

I mosaici della pavimentazione della villa romana di Negrar di Valpolicella (Foto del Comune di Negrar di Valpolicella)
Le tessere di pietra dei mosaici sono ancora di vivaci colori (come nella foto sopra): rosse, bianche, rosa, viola, arancio e gialle.
La composizione disegna sulla superficie del mosaico una serie di motivi geometrici chiamati i “nodi di Salomone” e “nodi a otto capi” in quanto formati da ottagoni alternati a rombi.
Gli scavi nel fondo erano iniziatii nell’agosto del 2019 e ripartiti dopo lo stop dovuto al periodo di lockdown
Le fasi dei ritrovamenti
La residenza romana che risale al II-III Secolo d.C è composta da una pars rustica per la lavorazione dei prodotti agricoli, come i “vini retici” propri del periodo romano.
Le date storiche dei ritrovamenti sono:
- 1887 primo ritrovamento in frazione Villa, a Nord di Negrar di Valpolicella,
- 1922 dopo uno smottamento il Sig. Giovanni Battista “Giobatta” vide affiorare alcune parti della Villa romana,
- 1974 ritrovamento di un altro locale durante i lavori per la costruzione dell’abitazione di proprietà della famiglia Giacopuzzi-Bronzo.
Gli elementi di maggior importanza sono indubbiamente i mosaici pavimentali, eseguiti tra il II ed il III secolo d.C. recuperati in parte dagli scavi del 1887, e conservati al Museo Archeologico al Teatro Romano di Verona.

Sui mosaici della Villa romana, ritrovati nel 1974, sono raffigurate immagini ispirate a giochi circensi e lotte tra gladiatori (Foto Cantina Valpolicella Negrar)
Ora l’obiettivo è quello di portare a termine il recupero dell’intera pavimentazione e rendere l’area accessibile agli studiosi, agli storici e anche ai turisti.
La valorizzazione del sito con la creazione di un’area archeologica che sia fruibile dalla cittadinanza dovrà essee un punto sul quale trovare una soluzione.

Nella speranza che le istituzioni e la proprietà del fondo, che è attualmente coltivato con vitigni, trovino un accordo rimane la speranza di riscoprire questo patrimonio archeologico comune, oltre che storicamente di rilievo.
Guardando al presente rimane la soddisfazione per Gianni de Zuccato e tutti gli altri colleghi archeologi di aver ridato luce a queste decorazioni impiegate, per la prima volta, dai Sumeri più di 3000 anni fa.
> English version: In Valpolicella area were found Mosaics of a Roman villa of third century A.D.
Ulteriori approfondimenti l sito della Soprintendenza archeologica di Verona.
Articolo a cura di Nicola Albi
veronawinelove@gmail.com
Foto di copertina: mosaico della Villa romana (foto Cantina Valpolicella Negrar)

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Da ” il giornale dell ‘arte”
Al recupero del parco archeologico collaborano i proprietari dei vigneti e i produttori vinicoli

È diventata un caso la villa romana di Negrar (in provincia di Verona) riscoperta (dopo il ritrovamento degli anni Venti) in mezzo a vigneti doc in una delle zone dove il costo di un metro quadrato di terra da trasformare in uve è schizzato alle stelle. Ma una zona anche tristemente famosa per la nascita di un neologismo, la «negrarizzazione», finito sul vocabolario Treccani come sinonimo di «urbanizzazione speculativa al di fuori di ogni controllo».
Il sindaco di Negrar, Roberto Grison, non ci sta e inverte la rotta segnando tre «gol»: la musealizzazione delle cave di pietra di Prun, la salvaguardia dei boschi della Val Borago e il progetto di rubare terra all’amarone per creare un parco archeologico intorno alla villa. Un progetto che vede la collaborazione, a sorpresa, dei proprietari dei vigneti in cui si trovano i resti e dei produttori vinicoli che sono in trattativa con proposte di sponsorizzazione per il proseguimento degli scavi. Scavi che finora hanno permesso di identificare solo il perimetro, molto più ampio di quanto già noto, e una piccola parte dei pavimenti musivi.
Esulta l’archeologo e funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Vicenza e Belluno Gianni De Zuccato, «padre» del progetto di ripresa delle ricerche: «Lo scavo ha permesso di recuperare nuovi ambienti, spiega, messi in luce per ora solo parzialmente. Se è confermato che si tratti di una villa rustica certamente attiva durante il III-IV secolo e frequentata fino all’età tardoantica, non abbiamo ancora dati certi su eventuali fasi precedenti. Dai settori di servizio, pars rustica e fructuaria, potrebbero venire altri dati a conferma della locale produzione vinicola in età romana».
Camilla Bertoni, da Il Giornale dell’Arte numero 413, gennaio 2021

Un pensiero riguardo “LA RISCOPERTA DI UNA VILLA ROMANA A NEGRAR(VR)”